Il progetto Cascina Cristina è la risposta di Abilitiamo al bisogno di strutture adatte ad ospitare giovani adulti con autismo.
Vista l’assenza di strutture adatte ad ospitare giovani adulti con autismo nel territorio canturino e nelle aree circostanti, Cascina Cristina vuole essere un modello pilota e uno stimolo per la realizzazione di strutture similari, rispondendo così al forte bisogno del territorio e delle famiglie che vi appartengono.
La struttura è finalmente completata, grazie al lavoro di architetti, imprese e altri professionisti. È stata inaugurata il 16 dicembre 2022, di seguito alcune foto della struttura.
Facendo leva sull'esperienza maturata vivendo la condizione dei loro figli, i genitori dell'associazione hanno deciso di mettersi al servizio del territorio per rendere meno difficile il percorso delle famiglie che si verranno a trovare in una situazione analoga a quella da loro vissuta. Da qui la sfida di creare un polo multifunzionale per l'autismo. Un centro in grado di accogliere in forma residenziale adulti autistici a medio e basso funzionamento, di offrire la possibilità di abilitazione a giovani autistici per i quali è sufficiente una gestione diurna, di dare sollievo temporaneo a quelle famiglie che attraversano un periodo complicato con il loro figlio autistico. Il polo Cascina Cristina si occuperà anche di formazione degli operatori del settore e cercherà di agevolare il percorso di diagnosi della potenziale persona autistica. Una volta accreditata, la struttura, lavorando in rete con le istituzioni sanitarie, organizzerà una presa in carico coordinata della persona autistica.
Sempre di più, oggi, sta cambiando la visione della persona con disabilità che, da una gestione pressoché tutta assistenzialistica, sta passando a considerare la disabilità come parte integrante della persona e, quindi, all’applicazione di metodologie abilitative/psicoeducative, conferendogli dignità e pari opportunità, nei limiti delle sue capacità potenziali. La spinta a questa nuova visione è da attribuire a diverse cause: la situazione economica del Paese e delle Regioni, le scoperte scientifiche, il nuovo welfare, la partecipazione sempre più attiva della famiglia nel ripensare gli interventi sul proprio figlio. Anche Abilitiamo con il progetto “Cascina Cristina” partecipa al cambiamento, applicando, quanto più possibile, tutte le nuove tecniche e/o metodiche che sono emerse dagli studi scientifici più recenti e la conoscenza più specifica e approfondita dei vari professionisti del settore. In particolare, seguendo le linee di un progetto sperimentale, Abilitiamo intende dare uniformità e continuità all’utilizzo delle nuove tecniche proposte dalla letteratura, attualmente puntiformi e prive di connessioni, individuando i parametri che meglio si adattano al potenziamento delle abilità della persona con autismo nei vari contesti di vita, rendendola il più possibile regista e attore della propria vita.
Partendo da quanto previsto dalla legge 328/2000 e successive modifiche, la presa in carico, degli utenti dei servizi di Cascina Cristina, sarà formulata come il vero e proprio progetto globale di prese in carico, e sarà effettuata mediante i più moderni mezzi oggi a disposizione. Pur seguendo le fasi classiche di presa in carico che prevedono: la costituzione dell’équipe, rappresentata da tutta la rete che ruota intorno alla persona, la stesura del piano individuale (PI), che si concretizzerà poi nel Progetto di Vita, la verifica periodica degli interventi predisposti nel PI, verranno messe in atto procedure, più moderne quali il progetto matrici ecologiche, multistep network diagnostic model, ecc. Inoltre, la presa in carico così definita sarà affiancata da una presa in carico clinico/ospedaliera, con relativa stesura del Piano Assistenziale Individuale (PAI), per eventuali interventi sanitari.
Il tutto per consentire al giovane fruitore di cascina Cristina di sfruttare al meglio le sue potenzialità per diventare adulto a tutti gli effetti, esprimendosi in tutti i possibili ambiti della vita. Più in dettaglio, sulla base del suo Progetto di Vita, la persona con autismo dovrà svolgere attività lavorativa, ricreativa, sportiva, dovrà potersi, una volta acquisita la capacità, relazionarsi e socializzare con gli altri, dovrà avere e sapersi gestire il tempo libero.
Il modello sarà quello della "community farm", secondo analoghe esperienze estere e italiane. Cascina Cristina è collocata in un contesto rurale e ciò favorirà l'abilitazione fondata sul modello della fattoria. Esperienze già fatte da altre realtà hanno dimostrato che si tratta di un approccio semplice ma al tempo stesso ricco di situazioni e di stimoli che si adattano bene alle caratteristiche della persona autistica. Cascina Cristina, pur se collocata in un contesto rurale, è allo stesso tempo integrata con il territorio urbano di Fecchio (località di Cantù), trovandosi di fronte alla Parrocchia di San Carlo e all’annesso oratorio. Ciò eviterà l’isolamento e favorirà la relazione delle persone autistiche con gli abitanti del luogo. La residenza sarà costituita da 6 camere da letto, ciascuna in grado di ospitare 2 letti, e da tanti servizi visibili nelle piantine dell’edificio raffigurate nell’immagine.
Il centro diurno è un servizio sociale, semiresidenziale e territoriale rivolto a giovani adulti con autismo che vivono ancora in famiglia. Il progetto prevede, dopo una attenta valutazione individuale delle proprie competenze, la messa a punto di un piano di intervento personalizzato che consenta ai fruitori, come per chi vive nella comunità residenziale, di ottimizzare e/o sviluppare tutte quelle abilità necessarie a migliorare tutte le autonomie spendibili nel proprio contesto di vita oltre che la loro autostima ed autodeterminazione. Il centro potrà accogliere fino a 15 persone, che si affiancheranno agli ospiti già presenti in struttura nella gestione della quotidianità. L’obiettivo è innalzare quanto più possibile la loro qualità di vita.
In alcune circostanze, le persone con autismo possono attraversare momenti di crisi molto forti che stressano loro e loro le famiglie. Questi periodi possono essere talmente lunghi da non riuscire più a gestire la quotidianità e spesso mandano le famiglie in burn-out. Cascina Cristina disporrà di due posti per ospitare temporaneamente persone che attraversano queste crisi, in modo da dare il tempo alle famiglie di riprendersi e valutare il tipo di intervento sociosanitario e/o riabilitativo-abilitativo da effettuare sul proprio figlio con autismo.
Un buon intervento sulla persona con autismo necessita che tutte le persone attorno a lui siano in uno stato psicologico più sereno possibile e, nel contempo, lavorino tutti con la medesima modalità, a partire in primis dalla famiglia la quale deve far fronte continuamente e costantemente a richieste dirette e indirette, anche pesanti, del proprio figlio e/o delle persone che lo circondano. Il sostegno alla famiglia diventa quindi parte integrante del progetto riabilitativo/abilitativo che si andrà a realizzare sugli ospiti sia dell’unità residenziale sia del centro diurno.
Il sostegno alla famiglia sarà fornito sia tramite sportello psicologico, per interventi individuali se richiesti, sia mediante la costituzione di un gruppo di auto mutuo aiuto autogestito e, quando necessario e/o richiesto potrà essere guidato dai diversi professionisti presenti in Cascina.
Il progetto “Cascina Cristina” prevede, oltre agli specifici interventi socio assistenziale, psicoeducativi e abilitativi sui fruitori, sia della comunità residenziale che del centro diurno, anche progetti che non impattano direttamente sugli ospiti, ma bensì sull’intera comunità che a diverso titolo ruota intorno alla sindrome autistica. Infatti, al fine di fare formazione e/o informazione, si terranno corsi, convegni, workshop, conferenze, articoli su riviste divulgative e pseudoscientifiche. Si consentirà così a psicologi, operatori, pedagogisti, arte-terapisti, fisiatri, volontari, familiari e altre possibili figure professionali di approfondire le conoscenze in materia di autismo e sulle più moderne terapie e interventi che possono essere messe in atto nel proprio ambito lavorativo.